Documento Politico 2025

Ogni villaggio bombardato è la mia città natale. E ogni bambina morta è mia figlia.

Ogni madre in lutto è mia madre. Ogni padre che piange è mio padre.

Ogni casa trasformata in macerie è la casa in cui sono cresciuto.

Ogni fratello che trasporta i resti di suo fratello oltre i confini

è mio fratello.

Ogni sorella che aspetta una sorella che non tornerà mai a casa

è mia sorella.

Ognuna di queste persone è nostra, proprio come noi siamo loro.

Noi apparteniamo a loro

e loro appartengono a noi.

“My hometown”, James Baldwin


Questo nostro pianeta, sempre più interconnesso, è la nostra casa comune, la nostra città natale. In questa città globale, torniamo a proclamare l’uguaglianza di ogni essere umano e a riconoscere la nostra interdipendenza reciproca, soprattutto di fronte a un equilibrio ecologico e geopolitico sempre più precario. Ogni persona ci appartiene e noi apparteniamo a ogni persona.

Ci appartengono le azioni di Vera Ciceri e di don Giovanni Ticozzi per un’Italia libera dal fascismo, i sogni di Vittorio Arrigoni e di Desmond Tutu sulla caduta di ogni apartheid, le scarpe col tacco con cui Marsha P. Johnson e Sylvia Rivera si sono ribellate alla repressione delle persone queer.

Ci appartengono i cuori straziati dell’egiziana Sarah Hegazi e della brasiliana Marielle Franco, uccise dall’omobitransfobia, e le mani con cui Berta Cáceres e Ken Saro-Wiwa hanno difeso l’ambiente fino al loro omicidio.

Ci appartengono il corpo di Manal, dilaniata nel genocidio a Gaza; di Hope, uccisə dall’inquinamento del delta nel Niger; di Ousmane, suicidatosi nel lager per migranti di Torino; di Fatma, costretta ai lavori forzati nello Xinjiang; di Yury, fuggitə dalle bombe su Charkiv; di Ronald, intossicato in una miniera boliviana; di Lucas, espulso dagli Stati Uniti dopo decenni di lavoro; di Neda, rinchiusa nelle carceri di Teheran…

Con i nostri corpi oppressi ma resistenti, straziati ma vivi, non possiamo e non vogliamo chiudere gli occhi e restare in silenzio di fronte a quello che succede nel mondo che ci circonda.

Vediamo e denunciamo le scelte politiche e i discorsi d’odio con cui, in tutto il mondo, soprattutto una destra tecnocratica e autoritaria colpisce il modello di democrazia parlamentare e partecipata, le libertà di parola e di manifestazione, e vuole cancellare i diritti, le identità e le stesse esistenze di chi appartiene a una minoranza, in particolare persone trans, non binarie e intersex.

Evidenziamo con altrettanta determinazione come, incapace di immaginare un’alternativa allo status quo e di agire contro le disuguaglianze e le ingiustizie crescenti, una parte delle forze politiche e associative “progressiste” globali ha scelto (in modo del tutto ingiustificato) le persone trans e il fantasma del “wokismo” come capro espiatorio per spiegare le proprie sconfitte.

Vediamo e denunciamo il preoccupante arretramento nella difesa dei diritti di tutte le persone queer, dall’abbandono della lotta per il matrimonio egualitario al disinteresse nei confronti delle cosiddette “terapie di conversione” e di altre simili pratiche di tortura psicologica che promettono invano di modificare l’orientamento sessuale e/o l’identità di genere, passando per gli attacchi alle famiglie omogenitoriali e per l’imposizione di un doppio standard discriminatorio tra genitorialità eterosessuale e non eterosessuale.

Vediamo e denunciamo il violento attacco ai diritti delle donne e delle persone identificate come femmine, a partire dal diritto a un aborto sicuro; ai diritti delle persone migranti e richiedenti asilo, con il sostegno ai mercanti di esseri umani e il rafforzamento di misure intollerabili di detenzione e morte dentro e fuori i confini nazionali ed europei; ai diritti delle persone disabili, continuamente relegate a cittadine di serie B in nome di una presunta “sostenibilità economica” o di un “buonsenso” che non ha nulla di buono.

Vediamo e denunciamo l’assalto dell’attuale governo italiano e delle forze di maggioranza ai pilastri dell’ordine costituzionale, con il tentativo di asservire la magistratura e il Parlamento agli interessi di chi detiene il potere esecutivo; l’attacco al diritto fondamentale di manifestare; la crescente repressione e criminalizzazione del dissenso politico e sociale; il rifiuto di riconoscere e rispettare la natura antifascista della Costituzione e di impedire i tentativi di ricostituire il partito fascista.

Vediamo e denunciamo i genocidi in corso (dal Myanmar alla Palestina, dalla Repubblica Democratica del Congo al Sudan), il proliferare dei conflitti e la pericolosa esplosione della retorica bellicista; la falsa promessa di costruire pace e sicurezza attraverso la corsa agli armamenti invece che tramite un processo di disarmo multilaterale; il tentativo di smantellamento delle istituzioni internazionali, a partire dalla Corte Penale Internazionale e dalla Corte Internazionale di Giustizia; l’impunità garantita ai politici responsabili di guerre di aggressione, crimini contro l’umanità e genocidi; la proposta illusoria di una pace senza giustizia e senza liberazione, ridotta a una capitolazione incondizionata della parte militarmente più debole.

Vediamo e denunciamo l’insaziabile furore con cui si continua a devastare il pianeta in nome di un progresso che si traduce solo nello sfrenato arricchimento di chi distrugge l’ambiente, sfrutta le classi lavoratrici e investe sulla morte. Dal nostro territorio, in particolare, leviamo un grido d’allarme sullo stato delle nostre montagne, minacciate da un modello di sviluppo turistico predatorio e insostenibile, come dimostrano anche le scelte legate alle Olimpiadi Invernali del 2026.

Rivendichiamo, oggi come ogni giorno dell’anno, la nostra alleanza con chi difende i diritti dell’umanità e del pianeta e con chi lotta contro ogni forma di odio, discriminazione e pregiudizio. Anche per questo rivendichiamo le nostre scelte etiche e sostenibili, rifiutando di concentrarci esclusivamente sui bisogni di una sola comunità o di accettare sponsor legati a pratiche di guerra, sfruttamento, discriminazione o devastazione ecologica.

E per questo rivendichiamo la nostra volontà, anche nella cupa realtà che ci circonda, di costruire un mondo diverso, dove ogni persona sia rispettata nella sua identità, dove non servano per forza odio e conflitti, dove le differenze siano considerate un valore aggiunto, dove chi è più forte non schiacci o reprima chi è più debole, dove tutte le persone vogliano crescere insieme nel rispetto reciproco

Torniamo in piazza per richiedere ai Comuni della Provincia di Lecco, alla Provincia di Lecco, alla Regione Lombardia, ai sindacati, alle associazioni, alle scuole, alle università, alle aziende e alle banche di collaborare per costruire un futuro giusto, pacifico e sostenibile per tuttɜ. Proponiamo per questo una serie di azioni concrete.

A tutti gli enti locali e scolastici, ai sindacati e alle associazioni:

  • la formazione del personale e delle persone che lavorano anche indirettamente per l’ente o l’associazione sui temi dell’inclusione e della lotta a ogni forma di discriminazione su base di genere, sessuale, etnica, religiosa, sociale e culturale;
  •  l’istituzione di un regolamento per personale dipendente, studenti o persone associate che permetta di scegliere il nome maggiormente identificativo, a prescindere dal genere assegnato alla nascita;
  •  la realizzazione di bagni non divisi per genere, con l’indicazione in ogni servizio igienico dei numeri di telefono dei servizi antiviolenza;
  •  l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle proprie strutture;
  •  la promozione di campagne informative sui temi dell’inclusione e della lotta a ogni forma di discriminazione su base di genere, sessuale, etnica, religiosa, sociale e culturale;
  •  attenzione all’inclusione di tutte le minoranze nelle comunicazioni, con riferimento sia ai contenuti, sia al linguaggio (per esempio, evitando l’uso del maschile sovraesteso), sia all’accessibilità dei siti web.

A tutti i Comuni della Provincia di Lecco, ove non già realizzato, chiediamo:

  •  l’adesione alla Rete RE.A.DY, che collega gli enti locali italiani impegnati nel superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere;
  •  il rafforzamento delle Commissioni Pari Opportunità, dove presenti, o la creazione di un Tavolo delle comunità, dove rappresentanti del Comune e rappresentanti delle associazioni e delle minoranze si incontrino regolarmente per segnalare bisogni e proposte e per studiare come rendere più inclusivi i progetti del Comune;
  •  l’apertura di una riflessione, aperta a rappresentanti delle associazioni e delle minoranze, sulla toponomastica che studi come dedicare luoghi delle città a personalità importanti per la lotta per i diritti e per le minoranze di genere, sessuali, etniche, religiose, sociali e culturali;
  •  politiche di mobilità attente a tutte le persone (con particolare attenzione alle persone con disabilità e a chi si muove a piedi o in bicicletta) e che limitino i pericoli derivanti dalla circolazione sulle strade dei mezzi motorizzati;
  •  la creazione di materiali informativi multilingue e in italiano semplificato (con attenzione all’accessibilità per le persone disabili) sui temi dell’inclusione e della lotta a ogni forma di discriminazione su base di genere, sessuale, etnica, religiosa, sociale e culturale, da rendere disponibili per esempio attraverso gli sportelli e i siti Informagiovani;
  •  l’adesione delle biblioteche al circuito I Rifugi promosso da Settenove, Percorso donna APS e Emma Promozione, con un percorso di formazione sul contrasto attivo alla violenza di genere;
  •  il sostegno agli esercizi commerciali aperti al pubblico a progetti (come Punti Viola di DonneXStrada) di creazione di luoghi sicuri per le persone.

Alla Provincia di Lecco chiediamo:

  •  l’adesione alla Rete RE.A.DY, che collega gli enti locali italiani impegnati nel superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere;
  •  la creazione di un Tavolo delle comunità, dove rappresentanti della provincia e rappresentanti delle associazioni e delle minoranze si incontrino regolarmente per segnalare bisogni e proposte e per studiare come rendere più inclusivi i progetti della provincia;
  •  politiche di mobilità attente a tutte le persone (con particolare attenzione alle persone con disabilità e a chi si muove a piedi o in bicicletta) e che limitino i pericoli derivanti dalla circolazione sulle strade dei mezzi motorizzati.

Alla Regione Lombardia chiediamo:

  •  l’adesione alla Rete RE.A.DY, che collega gli enti locali italiani impegnati nel superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere;
  •  la creazione di un Tavolo delle comunità, dove rappresentanti della regione e rappresentanti delle associazioni e delle minoranze si incontrino regolarmente per segnalare bisogni e proposte e per studiare come rendere più inclusivi i progetti della regione;
  •  politiche di mobilità attente a tutte le persone (con particolare attenzione alle persone con disabilità e a chi si muove a piedi o in bicicletta) e che limitino i pericoli derivanti dalla circolazione sulle strade dei mezzi motorizzati;
  •  il finanziamento di programmi di educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole di ogni ordine e grado;
  •  l’apertura di nuovi ambulatori pubblici e gratuiti per la diagnosi e il trattamento delle infezioni sessualmente trasmissibili e il prolungamento degli orari di apertura degli ambulatori già attivati;
  •  la garanzia di una maggiore accessibilità ai consultori, con più sedi e orari di apertura prolungati, e al diritto ad abortire in modo semplice, sicuro, privo di pressioni o giudizi.

Ad ATS e ASST Lecco chiediamo:

  •  la continua formazione e aggiornamento del personale sui temi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere e alla prevenzione della violenza;
  •  un costante lavoro sulla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, con la formazione costante dellɜ medichɜ di base;
  •  una maggior campagna informativa, anche con la creazione di opuscoli multilingue e in italiano semplificato, sui servizi messi in atto per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, come lo sportello Punto Salute e i servizi offerti dal reparto Infettivi.

Alle scuole e alle università del territorio della Provincia di Lecco chiediamo:

  •  la realizzazione di corsi di educazione all’affettività e alla sessualità per studenti, con attenzione anche alla salute e alla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili;
  •  la realizzazione di corsi per il persone scolastico per la costruzione di un ambiente accogliente verso tutte le differenze e per la prevenzione del bullismo;
  •  l’introduzione delle carriere alias, cioè la possibilità di usare nei registri, negli elenchi e nei documenti interni degli istituti il nome scelto in sostituzione di un nome anagrafico che non corrisponde alla propria identità di genere.

Alle aziende e alle banche del territorio della provincia di Lecco chiediamo:

  •  l’abbandono, la riconversione e il “disarmo” della produzione bellica e militarista e degli investimenti a essa legati;
  •  la formazione sul riconoscimento e la prevenzione di molestie e violenze nei luoghi di lavoro;
  •  l’adesione degli esercizi commerciali aperti al pubblico a progetti (come Punti Viola di DonneXStrada) di creazione di luoghi sicuri per le persone.

Volontariɜ Lecco Pride in collaborazione con:

Anpi Lecco, Arci Spazio Condiviso Calolziocorte, CGIL Lecco,
Stop al Genocidio Lecco, Telefono donna Lecco.

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